La pittura su corpo ha le sue origini nei riti tribali aborigeni. Nella cultura Egizia, venivano dipinti i vivi ed i defunti con i colori naturali, estratti dalla terra. In Giappone, a partire dal 550 d.c., la stessa, era simbolo religioso propiziatorio di guerra o di differenziazione sociale. Il body painting, non è solo una pratica decorativa meramente estetica quindi, ma di rilevante contenuto simbolico. Una vera e propria forma d’arte di origine risalente.

Weronique Art, al secolo Veronica Bottigliero, è una giovante attrice e body painter napoletana, e di questa espressione artistica, sta diventando una delle massime esponenti.

Conosciamola Meglio

Pur essendo molto giovante, Weronique, ha già collezionato nella sua carriera artistica, numerosi premi di prestigio; tra cui un’ottavo posto al “World Body painting Festival” del 2020 e un primo posto al concorso web “Living Art America Body painting”, North Carolina (USA). La giovane artista inoltre si è classificata Prima, al “Sanremo Body Painting Festival 2018″,nella  categoria body painting “open”, in concomitanza con il festival di Sanremo.

Nel 2016 ha partecipato come Body Painter al famoso format televisivo “Tu Si Que Vales” (Albania), riscuotendo grande successo e riuscendo ad arrivare in finale. Da anni collabora e partecipa come ARTISTA BODY PAINTER, con gradi eventi di fama internazionale, come “Giffoni Film Festival”, “Modigliani Les Femmes”, “Etna Comics”, “Body Art JAM” e tanti altri.

Veronica nel 2018 ha dato vita, nei panni di direttrice artistica, al primo contest ufficiale di bodypainting in Campania, il “Caserta Bodypainting Contest” facendo rientrare la Campania nel circuito “dell’Italian Bodypainting Festival” di Garda.

La passione e la bravura di Veronica Bottigliero, risaltano dalle sue tele viventi come riflessi di luce e fanno venire voglia di sapere di più, di questa forma d’arte, così giovane e affascinante.

Come hai scoperto la tua passione per il body painting, e come sei arrivata ad essere un’artista della pittura su corpo?

Ho scoperto il body painting nel 2010/2011, in una fase molto delicata della mia vita. Stavo affrontando molte difficoltà di vario genere, mi sentivo di aver toccato il fondo e non vedevo luce…

Fortunatamente, grazie alla mia passione per l’arte, che ho sempre praticato, ho trovato conforto nei colori e ho cominciato a postare sui social i lavori di “self painting”, che realizzavo in camera mia per distrarmi da pensieri oscuri. Improvvisamente in molti iniziarono ad apprezzare il mio operato e da quel giorno non ho mai smesso di creare. E’, ed è stato, terapeutico.

Il body painting è il luogo in cui mi rifugio ogni giorno.

 

Hai partecipato come face e body painter anche al Giffoni Film Festival, evento di grande rilievo internazionale. Cosa ha rappresentato per te? Il ricordo più bello di questa esperienza?

Ho partecipato come artista al Giffoni Film Festival, ogni anno a partire dal 2013 fino al 2019. Poi è arrivato il COVID e ovviamente per me questo meraviglioso appuntamento si è dovuto interrompere, poiché la mia attività si concentra soprattutto sul “contatto”.

A Giffoni mi sento a casa, posso dire di essere stata sempre accolta a braccia aperte dall’organizzazione tutta e da tutte le famiglie che ogni anno attendono con ansia la mia postazione face painting o le mie performance live di body painting. Più volte, ho avuto l’onore di sfilare sul “Blu Carpet” con le mie tele viventi, le mie creature… E’ stato davvero emozionane ed importante per me. Spero di tornare, come artista al Festival, nella prossima edizione. Mi manca dipingere i miei piccoli fan! Mi manca l’atmosfera di Giffoni.

 

Tu sei anche maestra in laboratori di face painting per i più piccoli e si sa, loro, sono fonte inestimabile di curiosità e fantasia. Com’ è per un’artista raccontare la propria arte ai bambini?

Il mio lavoro con i bambini è sempre eccezionale. Posso dire con gioia, che resto sempre in contatto con quasi tutti i bambini e le famiglie che conosco. Ho truccato bambine che ho visto crescere e che oggi, mi scrivono che da grandi vogliono fare “le bodypainters”!

Credo di svolgere bene il mio lavoro, è importante per me, lasciare qualcosa alle persone che incontro sulla mia strada, una sorta di passaggio di testimone. L’arte per me, è ed è stata, un’opportunità per rimettermi in gioco con la vita, quindi credo sia necessario, fare arte nella maniera più semplice, per lasciare un pezzettino di me, a tutti gli occhi che incrocio durante i miei lavori.

 

Il lavoro di face o body painting più strano che ti è stato richiesto?

In realtà ho sempre avuto richieste molto interessanti, anche perché, quasi sempre, tutti i miei clienti mi danno carta bianca, quindi sono libera di creare ciò che più ritengo adatto alla situazione in cui mi trovo.

E’ molto piacevole sapere che le persone si fidano ad occhi chiusi del tuo lavoro, ma allo stesso tempo è una grande responsabilità.

 

Che significa oggi in Italia essere una body painter?

Posso dire che in Italia abbiamo un alto numero di bodypainter professionisti. E’ un’arte che si sta divulgando molto, anche grazie ai social, quindi rispetto ai primi tempi, sono un po’ meno sola, anzi ho amici/colleghi in tutto il mondo con cui ogni giorno, condivido qualcosa di meraviglioso.

E’ difficile vivere di arte e non è una novità, soprattutto in Italia e soprattutto al sud, ma io non mollo!

Continuerò a rappresentare la Campania ad ogni gara/ festival, in giro per il mondo, con molto orgoglio verso la mia terra.

 

L’esperienza professionale più significativa che hai vissuto ad oggi nella tua carriera da body painter?

Nel 2019 il mio sogno di coniugare Teatro e Body painitng si è finalmente avverato con lo spettacolo “VIVA LA VIDA”, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Pino Cacucci, regia di Gigi di Luca, andato in scena al Teatro Mercadante di Napoli (2019) e Teatro Biondo di Palermo (2020-2021).

Ho avuto e ho l’onore di condividere la scena con l’immensa Pamela Villoresi e la potente musicalità di  Lavinia Mancusi. Dipingere e recitare contemporaneamente, tra la potenza e bellezza di queste due donne meravigliose, è stata veramente un’occasione preziosa. Posso definirla la sintesi perfetta del mio percorso artistico, della mia ricerca e sperimentazione personale.

E’ questo quello che sogno per il mio futuro, Teatro e Body painitng.

A breve torneremo finalmente in scena a Palermo, dopo questo interminabile stop dovuto alla pandemia, e spero vivamente, che questo spettacolo possa girare tanti teatri e darci ancora più soddisfazioni di quante non ce ne abbia già date.

 

Come nasce il progetto di un dipinto su corpo, e come la scelta del modello/a su cui realizzarlo?

La scelta del soggetto da rappresentare è sempre molto varia, dipende dalla situazione in cui mi trovo, oppure dalle richieste del committente; mentre per quanto riguarda la scelta della “Tela”, ho necessità di avere un buon feeling con la persona che dipingo, devo sentirmi a mio agio e devo sapere che la modella/o in questione, abbracci con amore e passione il mio progetto. Amo parlare e condividere le mie idee con coloro che andrò a dipingere, è importante per me sapere anche la loro opinione.

Il body painting è un’arte che racchiude molti aspetti insieme, non sono sola davanti ad un muro o una tela, i corpi che dipingo sono l’involucro di vite che io sono curiosa di conoscere, e di ri-raccontare sulla loro pelle, attraverso i miei clori.

 

Le tue sono vere e proprie tele su pelle hai mai pensato di realizzarne un’esposizione vivente?

Si, io ed il mio attuale Team artistico, abbiamo molte idee a riguardo, ma al momento non posso rilasciare alcuno “Spoiler” perché ci stiamo ancora lavorando.

 

Hai un soggetto, un tema in particolare, che ami rappresentare?

Io amo “la materia”, non amo molto il figurativo, mi piace dipingere creando spessori e volumi, sia pittorici, che attraverso il supporto o l’integrazione di altri materiali.

 

L’elemento più difficile del tuo lavoro e quello più stimolante?

L’unicità, come le repliche a teatro, ogni lavoro è unico nel suo genere… “nasce e muore” in un giorno, ed io, do’ vita ogni volta, ad una creatura diversa

Amo davvero tanto quest’arte.

 

Hai un consiglio da dare ai giovani che come te, vogliono approcciarsi a questa forma di arte?

Come ogni cosa, va studiata e sperimentata, bisogna imparare a guardare oltre il corpo che si dipinge. Credo che sia questo il consiglio più giusto.

I corpi dei suoi modelli diventano tele d’autore, i colori si mescolano alle zone d’ombra e alle insenature naturali del corpo, e i suoi quadri prendono vita con i movimenti sinuosi di chi li “indossa”.

Federica Mele

Fonte: Corriere spettacolo